Qualche notizia sul octobasso

Con  i suoi quasi quattro metri d’altezza e la lunghezza di corda vibrante di 2’16 metri, l’octobasse è dimensionalmente il doppio di un contrabbasso. Se il violino è in rapporto dimensionale con il violoncello di 1 a 2 e con il contrabbasso di  1 a 3, con l’octobasso il rapporto è di 1 a 6.

Quest’ampliamento della famiglia del violino (studiato anche dal punto di vista teorico) si prefiggeva  di perfezionare l’orchestra, permettendo agli archi di rispondere alle frequenze basse degli organi e dei pianoforti che proprio in quel periodo si sviluppavano tecnologicamente, e contribuiva a formare orchestre capaci di soddisfare un pubblico sempre più numeroso. Si viveva un periodo di espansione industriale, tecnica e scientifica nella Francia di metà ottocento ed è in questa atmosfera “positiva” che Jean Baptiste Vuillaume coniuga la liuteria più classica (Vuillaume era il liutaio piùstradivarianodei liutai francesi) con la tecnica e la meccanica.

L’octobasso è munito di tre corde accordate DO(32 piedi) – SOL(24 piedi) – do(16 piedi) , quindi un’ottava sotto al contrabbasso a cinque corde. Il musicista da una pedana, manovra con una mano l’arco mentre con l’altra aziona delle leve situate all’attaccatura del manico che attraverso dei tiranti abbassano dita meccaniche sula tastiera. Fu presentato per la prima volta alla Esposizione Nazionale di Parigi del 1849, poi a quelle Universali di Londra nel 1851 e Parigi nel 1855. Ne vennero costruiti dagli atelier di Vuillaume  tre esemplari, di cui uno venduto a Londra, fu suonato nel 1856 in un’orchestra di mille componenti davanti a diecimila persone nel Music Hall edificato all’interno del Royal Surrey Garden, sotto la direzione di Louis Julien. Suonò in molti concerti e festival, fino a quando bruciò nel rogo del Drury Lane Theater a Londra. Un altro esemplare andò a San Pietroburgo ed è oggi conservato a Vienna. Hector Berlioz diresse il suo Te Deum il 30 aprile 1855 per l’apertura dell’Esposizione Universale con un Octobasse, probabilmente quello conservato al museo di Parigi.

Berlioz fu il primo a notare le sue possibilità: ”Questo strumento ha dei suoni di una potenza rimarchevole, pieni, forti e senza rozzezza. Sarebbe di ammirevole effetto in una grande orchestra e tutte le orchestre di Festival dove il numero degli strumentisti supera i centocinquanta, dovrebbero averne almeno tre.”

      Malgrado un certo successo, per i costi, le difficoltà di trasporto e forse un po’ troppo in anticipo sui suoi tempi, lo strumento venne ceduto da Vuillaume stesso in età avanzata al museo del Conservatorio di Parigi.

“L’Octobasse” di J.B.Vuillaume è per molti liutai e musicisti un vero mito, un contrabbasso alto quasi 4 metri che porta l’estensione della famiglia degli strumenti ad arco alla soglia dell’udibilità. Da più di un secolo non era però possibile sentirlo: i due esemplari rimasti (museo di Parigi e Musikverein di Vienna) non sono più suonabili.

  L’incontro tra il liutaio Pierre Bohr e il contrabbassista Nicola Moneta, coinvolgendo l’archettaio Piero Cavalazzi, ha innescato  un lavoro di studio, ricostruzione e riscoperta, riportando in uso attraverso una copia il gigantesco strumento che in questi 25anni ha suonato innumerevoli concerti in Italia e all’estero.

      A Milano nel 1996 con orchestra e coro partecipa all’esecuzione del Requiem di Verdi nel Duomo, nel ottobre 1997 in S.Maria del Carmine viene presentato gloria ad Alexander Nevsky  una suggestiva composizione dedicata del maestro Marcello Abbado per octobasso, violino e coro.

      Nel ottobre 1998 viene presentata la copia “milanese” funzionante durante la grande mostra del bicentenario della nascita di Vuillaume alla cité de la musique di Parigi. Il 15 gennaio 2004 suonava con L’orchestre National de France diretta da Riccardo Muti, al théatre des Champs-Elysées, nella Simphonie funèbre et triomphale di Hector Berlioz in edizione filologica che prevedeva l’uso oltre che dell’octobasso, di ophicleide e pavillione cinese.

      Per festeggiare i suoi  primi dieci anni di attività musicale l’octobasso è tornato nel laboratorio dove è nato in quintetto con clarinetto, flauto, pianoforte e violoncello per eseguire notturno del compositore Antonio Eros Negri. Viene proiettato il video Octobass sequence di Ilvio Gallo (’95/’96). Quasi ogni anno è « special Guest » al “Mardi-grave” festival contrabbassistico  a Montpellier.

 Il lavoro di rilievo del  octobasse originale (eseguito nel 1993 per poterne  fare la ricostruzione) è stato facilitato dal fatto che lo strumento fosse smontato e conservato nei depositi del museo nel periodo del trasloco del museo dal Conservatorio di Parigi da  rue de Madrid alla Cité de la Musique alla Villette.

Questo rilievo è servito anche ad altre ricostruzioni. Nel 2007 da parte del amico Antonio Dattis liutaio a Sava, il suo strumento è stato acquistato dal museo di strumenti musicali di Phoenix. Qualche anno più tardi nel 2011 Ben, Luc e Theo Faes costruirono il loro strumento che viene suonato da Ben, nello stesso anno il liutaio insegnante della scuola di Mirecourt Jean-Jacques Pagès ne costruì uno e poi altri due strumenti commissionati dall’ l’orchestra di Montreal.

Un altro strumento ma su altro modello è stato costruito in Germania per la musicista norvegese Guro Moe.

Lo strumento di Vuillaume aveva una meccanica ad aste e bilancieri come i freni delle prime biciclette con sette leve collegate, attraverso dei tiranti che attraversavano lo strumento, ad una pedaliera. Queste leve comandavano sette dita meccaniche che schiacciavano le corde sulla tastiera. Per la sua riproposizione fu ideato un sistema con cavetti d’acciaio e guaina come per i freni delle biciclette da corsa di oggi, ciò ha permesso di ridurre gli attriti al punto di poter manovrare le dita meccaniche con dei tasti simili alle chiavi di un bassotuba.

Questo tipo di meccanica è poi stato adottato con piccole varianti da tutti gli strumenti successivi salvo gli strumenti di Pagès che conservano la meccanica originale per il primo esemplare e adottano un sistema elettromeccanico per gli altri.

L’octobasso di Bohr- Moneta ha inaugurato una nuova era musicale nell’ ambito dei bassi-fondi, una “reunion” di octobassi sarebbe un evento epocale per quanto concerne le vibrazioni più lente percepibili. A causa della fisica dell’onda sonora del Do 16Hz, lo spazio che ospitasse questi strumenti dovrebbe avere una lunghezza di almeno 21 metri, per poter permettere lo sviluppo completo della sinusoide fondamentale

Nei suoi 25 anni di attività, con quasi 150 concerti all’attivo, lo strumento di Nicola Moneta è l’octobasso che ha partecipato al maggior numero di esecuzioni.     

Ottobasso  Moneta/Bohr

Anno di costruzione 1994
Altezza tot.3,87m.
Lunghezza corda vibrante  2,16 m.
AccordaturaDO(0) ; SOL(0) ; RE(1)
Frequenza più grave DO(0) 16 Hz